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Portfolio professionale: quando il curriculum vitae non basta

Quando ci si trova al cospetto di un recruiter per affrontare un colloquio di selezione del personale, occorre mettere sul tavolo, tutte le carte a propria disposizione per vincere la “partita”.

Oltre alle skills, alle abilità personali e alla capacità di esposizione, ci sono dei documenti di fondamentale importanza che il candidato deve sempre portare con sè: stiamo parlando del curriculum, della lettera di presentazione e del Portfolio Professionale; un documento che è molto utilizzato nel mondo anglosassone ma che inizia ad essere molto apprezzato anche in Europa e quindi in Italia.

Attraverso il CV, il candidato traccia la propria storia scolastica (indica quale scuola ha frequentato, eventuali corsi extra o corsi di specializzazione online) e storia professionale (le posizioni lavorative svolte e per quanto tempo).

Questo può far sì che l’addetto alle Risorse Umane si faccia una prima idea e ne valuti i punti di forza e di debolezza, cercando di capire se la persona che si trova davanti sia idonea ad un eventuale fase successiva del colloquio o meno.

È importante quindi scrivere un CV personale e dettagliato, capace di dare una chiara visione di sé e di far risaltare le proprie skills professionali.

A volte però, il CV non basta. Se la posizione lavorativa per la quale si sta effettuando la application è relativa al mondo del project management, delle strategie commerciali o di marketing, design, dell’architettura, della fotografia ecc. un buon portfolio può fare la differenza.

Continua a leggere questo articolo per scoprire i consigli per realizzare un portfolio d’effetto.

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Cos’è il Portfolio Professionale?

Un portfolio è un riepilogo di tutti i propri lavori, o per lo meno, di quelli che si pensa siano i migliori. Può essere riassunto in una cartella/ un dépliant/ un mini libro e racconta quale è lo stile del candidato e quali sono i processi creativi che egli ha affrontato. Per renderle il lavoro più ricco e completo possono essere inseriti bozze, schizzi, idee ecc.

L’obiettivo è quello di dare un’idea generale, ma concreta delle capacità lavorative dell’individuo.

Come deve essere realizzato il portfolio?

Come dicevamo in precedenza, il portfolio è lo specchio delle skills professionali del candidato. Non esiste una regola fissa per strutturarlo. Lo stile viene definito in base a ciò che rispecchia la persona e il proprio percorso lavorativo. Certamente, rispetto al CV è uno strumento molto più visuale ed ampio, pronto a comunicare la propria essenza a chi lo analizza.

Un fattore importante è l’organizzazione.

Pensare, ideare e studiare il proprio portfolio prima di avviarsi alla realizzazione risulta essere fondamentale.

  1. In primis, bisogna dare la giusta importanza alla copertina perché è la prima impressione che si crea in chi si approccia alla lettura.

       2. Successivamente è necessario scegliere uno stile unico e che resti tale per tutte le pagine che sia idoneo al tipo di posizione per il quale ci sta candidando e soprattutto allo stile della brand identity dell’azienda.

     3.Spesso prima di iniziare con la parte prettamente visuale, si sceglie di scrivere una breve descrizione di sé. Questa è facoltativa, ma se si sceglie di realizzarla è opportuno che non risulti essere ripetitiva rispetto al CV.

Meglio il Portfolio digitale o il Portfolio cartaceo?

L’utilizzo di una delle due tipologie di portfolio è una scelta che dipende dalle circostanze. Se ci si trova nella prima fase della ricerca del lavoro e la candidatura avviene in modalità online, è certamente opportuno caricarlo insieme al CV al momento della registrazione. Se invece, ci si trova in una situazione di colloquio face – to – face allora è opportuno fornire una versione cartacea.

Anche se oggi, per via della condizione che stiamo vivendo è molto più probabile che si verifichi la prima situazione, è utile avere sia un portfolio cartaceo che online così da non trovarsi impreparati per nessuna situazione.

Il portfolio sostituisce il CV?

No, come dicevamo in precedenza, il portfolio accompagna il CV nel momento della ricerca del lavoro. In alcuni settori, infatti, il portfolio non è richiesto, mentre in altri è fortemente consigliato.

Facciamo un esempio concreto.

Immaginiamo che il signor Rossi voglia sostenere un colloquio per una azienda specializzata in pubblicità. Egli ha molta esperienza nel campo della fotografia, delle arti figurative e nell’organizzazione di mostre.

Lo scrive nel CV ed elenca tutte le esperienze lavorative vissute fino a quel momento. Crea un CV molto personalizzato che esalti le proprie skills professionali e lo invia in allegato alla candidatura.

Quando l’addetto alle Risorse Umane riceve il CV, indubbiamente capirà che il signor Rossi ha avuto molta esperienza, ma come fa a capire se possiede le abilità professionali che l’agenzia sta cercando in quel momento? Ecco dunque, che il portfolio è di notevole aiuto ad entrambi gli attori della nostra ipotesi.

Il portfolio è d’aiuto al signor Rossi perché dimostra senza ombra di dubbio tutte le proprie skills lavorative e dà un’idea chiara di quale sia il proprio stile. Dall’altra parte il portfolio è molto utile anche all’addetto delle Risorse Umane che in poco tempo sarà capace di capire se il candidato è adatto alle richieste aziendali.

Questi erano alcuni consigli pratici su come ideare e utilizzare al meglio un portfolio professionale.

Ora che hai una visione ampia di questo potente strumento e conosci le migliori modalità di utilizzo, sta a te crearne uno che ti rispecchi in tutto e per tutto, che mostri chi sei veramente e ti garantisca di conquistare la posizione lavorativa dei tuoi sogni!